Quando avevo 11 anni mi successe d’innamorarmi di una donna che non avevo mai visto … e che non vidi mai nemmeno dopo in tutta la mia vita. Fu un’amore impalpabile e leggero come i sogni… ma così intenso che ancora adesso ne riesco a sentire il profumo.
La prima volta che sentii pronunciare il suo nome fu a casa di mia nonna, in un paesino delle campagne veronesi e dove con mia madre eravamo andati a trascorrere un paio di settimane di vacanze… Giulia: così si chiamava… abitava in fondo alla via, in una grande casa rosa circondata da un bellissimo giardino. Dicevano che era una ragazza molto bella… che si era sposata troppo giovane… e che appena dopo 2 mesi dal matrimonio il marito l’aveva abbandonata per un’altra. Dicevano che d’allora non era più praticamente uscita di casa… che si era ammalata… Si… ricordo ancora perfettamente… dicevano che si era ammalata di tristezza…
Da quel giorno mi ritrovai spesso a guardare verso quella casa… La pensavo tutte le sere… la immaginavo chiusa in quelle stanze diventate una triste prigione…incapace più di vivere … piangere… disperarsi…… E immaginandolo … piano piano… mi ritrovai innamorato di quel dolore.
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Una storia che seppur triste racconta di un amore grande, immagini di raffinata sensibilità accompagnano la narrazione. Potente l”interpretazione di Giulia per come tutte le volte sa dare anima ai personaggi, grandiosa la capacità del fotografo nel saper cogliere e comunicare le emozioni . Meritati complimenti